derelitto
agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. derelictus, part. pass. di derelinquĕre «abbandonare»]. – Abbandonato, anche come vero e proprio participio: l’Evangelio e i dottor magni Son derelitti (Dante). Oggi riferito solo a persona, rimasta o lasciata sola, priva di appoggi e di aiuti, e per lo più anche nell’indigenza: un uomo con molti problemi, d. da tutti; povero e d.; tra queste due [Lucia e la mercantessa, nel lazzaretto], afflitte, d., sbigottite, sole in tanta moltitudine, era presto nata un’intrinsichezza (Manzoni); quei poveretti, che erano rimasti soli e d. anch’essi (Verga); anche sostantivato: ospizio per i derelitti; qualcuno dovrà pur provvedere a quella derelitta.