denotazione
denotazióne s. f. [dal lat. denotatio -onis]. – L’atto, il fatto di denotare, d’indicare cioè una cosa attraverso segni esteriori. Nella logica, la capacità che ha un termine di indicare in estensione tutta la classe degli esseri o delle cose cui esso si riferisce; analogam., in semantica, la relazione che unisce una forma linguistica a tutta una classe di oggetti uguali o analoghi, e di conseguenza la proprietà che essa ha di evocarli (così, per es., la parola sedia non designa una sedia singola ma si estende a tutte le possibili sedie esistenti). Nella linguistica moderna, invece, il termine è inteso (in contrapp. alla connotazione) come l’elemento significativo stabile e oggettivo di una unità lessicale, indipendente da ogni elemento soggettivo e affettivo che essa può avere nel contesto di una frase; per es., le parole fanciullo, bambino, pupo, piccino, ecc., hanno uguale denotazione perché designano lo stesso oggetto, seppure con differenti connotazioni.