demonio /de'mɔnjo/ (ant. e poet. dimonio) s. m. [dal lat. tardo daemonium, gr. daimónion, propr. neutro sost. dell'agg. daimónios "appartenente alla divinità"] (pl. -ni, o anche, non com., -nii; ant. anche le dimònia, f.). - 1. (relig.) [nella tradizione cristiana e di altre religioni, spirito e simbolo del male] ≈ diavolo. ● Espressioni: fig., avere il demonio addosso [essere estremamente, e anche molestamente, attivo, detto spec. di bambini] ≈ avere il diavolo addosso, non stare fermo un minuto (o un attimo). 2. (fig.) a. [persona abile nell'ideare o provocare il male] ≈ maligno, malvagio, perfido, perverso. ● Espressioni: fare il demonio [buttare tutto sottosopra, gridare rabbiosamente] ≈ dare in escandescenze, (fam.) fare il diavolo a quattro, (non com.) matteggiare. b. (estens., scherz.) [persona molto brava e abile in qualcosa: è un d. in matematica] ≈ asso, cannone, (fam.) cima, fenomeno, genio, portento, prodigio. ↔ asino, bestia, cane, schiappa. ↓ dilettante, inesperto, novellino. [⍈ DIO]