democristianizzarsi
v. intr. pron. Diventare democristiano, appropriarsi delle caratteristiche e dei modi tipici dei democristiani, della Democrazia cristiana. ◆ E lei, da questo successo dei postdemocristiani, che conseguenze trae? «La mia valutazione, e penso soprattutto alla Sicilia, è che il Polo tiene dove si democristianizza. L’Udc si è smarcata dall’appello anticomunista, ha preso le distanze da molti aspetti della politica del governo, nel Sud la sua è stata una campagna elettorale antileghista. Ha fatto da filtro, insomma, a un sentimento antigovernativo che nel Mezzogiorno è forte. E per questa sua relativa autonomia, e per questo suo spirito critico, è stata premiata» [Massimo D’Alema intervistato da Paolo Franchi]. (Corriere della sera, 28 maggio 2003, p. 9, Politica) • Per questo la crisi non può né chiudersi né esplodere: può solo prender tempo e ammassare (sull’autunno) mille insolubili problemi. Può solo, in un senso preciso, «democristianizzarsi», come negli anni tristi del Caf - e non è un caso che ne siano protagonisti proprio gli ex-dc. Intanto, essa scarica tutto quel che può sul paese e sulla crisi sociale del paese. (Rina Gagliardi, Liberazione, 24 luglio 2004, p. 1, Prima pagina) • Meglio [Francesco] Rutelli o [Dario] Franceschini? «Stimo entrambi». Si sta democristianizzando. «No, è che in questo momento ci sono diversi punti di riferimento». Il suo è [Walter] Veltroni? «In questa fase è quello che raccoglie il maggiore interesse» [Sergio Chiamparino intervistato da Andrea Malaguti]. (Stampa, 1° maggio 2007, p. 2, Interno).
Derivato dal v. tr. democristianizzare con l’aggiunta della part. pron. -si.
Già attestato nella Stampa del 24 aprile 1993, p. 6, Interno (Luigi Manconi).