demassificazione
s. f. Tendenza volta a contrastare quanto le società industriali avanzate hanno prodotto in termini di livellamento e standardizzazione nei comportamenti e negli stili di vita, in direzione viceversa del recupero di una dimensione individuale più strutturata e cosciente. ♦ Per il prof. Detragiache la città del '90 non dovrà più avere quartieri dormitori, grossi agglomerati di cemento: «Dagli ultimi dati del censimento si può vedere che la gente è in cerca di maggiore spazio, siamo di fronte a un processo di demassificazione, anche alla Fiat [...]». (Stampa sera, 1° giugno 1982, p. 4, Torino Cronaca) • È una società dominata da tecnologie che rendono possibile, fin da oggi, un profondo mutamento della «infosfera», grazie alla demassificazione dei media. (Roberto Grandi, Comunicazioni di massa: teorie, contesti e nuovi paradigmi, Clueb, Bologna 1984, p. 159) • Si possono individuare, nella storia della produzione cinematografica, un mecenatismo privato (individuale o collettivo) e un mecenatismo pubblico: nel primo caso siamo di fronte a episodi che possono iscriversi nel tentativo di demassificazione dei prodotti (valorizzazione di autori, di scuole o di tendenze indipendentemente dalle considerazioni di mercato), ma anche di soddisfacimento di interessi personali e lontani da qualunque tipo di attenzione nei confronti dei valori della comunicazione [...]. (Gianfranco Bettetini, Cinema, in Enciclopedia delle scienze sociali, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1991) • Scrivi come parli. In modo naturale. Scrivi parole brevi, frasi brevi, paragrafi brevi. Non usare parole gergali come riconcettualizzazione, demassificazione, attitudinalmente, pregiudizialmente. Sono tutti segni distintivi degli asini arroganti. (Giovanni De Mauro, Internazionale.it, 24 febbraio 2012, La settimana) • Carlo Bordoni è un sociologo che studia da tempo la «demassificazione» delle società contemporanee. Ha delineato la deriva culturale verso un individualismo proprietario, sottolineando i tratti di nichilismo, narcisismo che emergono quando una moltitudine – una sommatoria generica di singoli di singoli, per Bordoni – prende il posto delle classi sociali. (Benedetto Vecchi, Manifesto.it, 31 marzo 2015, Cultura).
Derivato dal s. f. massificazione con l’aggiunta del prefisso de-.