declamare
v. tr. [dal lat. declamare, comp. di de- e clamare «gridare»]. – 1. Recitare prosa o versi con intonazione solenne, talora sottolineando la frase col gesto: d. un’ode, un inno, una canzone, un monologo, ecc. In musica, intonare la frase verbale seguendo dappresso l’interpunzione e le flessioni che essa avrebbe in un parlare oratorio o altrimenti commosso. 2. Per estens., usato assol., parlare con tono enfatico, caricato: è un buon parlatore ma declama troppo; anche, per lo più iron. o scherz., gridare, protestare, sfogarsi a parole contro qualcuno o qualche cosa: declamava contro i costumi corrotti, contro la nuova moda, contro le troppe tasse; sopra tutto poi [Don Abbondio] declamava contro que’ suoi confratelli che, a loro rischio, prendevan le parti di un debole oppresso (Manzoni). ◆ Part. pass. declamato, anche come agg.: una frase declamata; un discorso troppo declamato; nella pratica musicale, come agg. e s. m., di recitativo che tende ad adempiere funzioni che per consuetudine spettano al vero e proprio canto (declamato wagneriano, pizzettiano, ecc.).