decitabina
s. f. Sostanza farmacologica che contribuisce a ridurre le resistenze opposte dalle cellule cancerogene all’azione della chemioterapia. ◆ [tit.] Un farmaco aiuterà la chemio / Si chiama decitabina: annulla tutte le difese delle cellule tumorali [testo] […] La «decitabina» riattiva il gene predisposto all’«autocorrezione» degli errori, permettendo ai chemioterapici di ricominciare a distruggere il tumore. (Giornale, 17 luglio 2001, p. 18, Cronache) • A volte farmaci che erano stati all’inizio giudicati di scarso interesse vengono rivalutati e diventano oggetto di rinnovati studi alla luce del progredire delle conoscenze nell’ambito biochimico-molecolare. È il caso dell’aza-deossicitidina (o più brevemente «decitabina»), che fu introdotto parecchi anni fa come agente antiproliferativo in alcune forme di emopatie maligne con risultati abbastanza modesti. Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito ad un notevole risveglio di interesse per questo composto che è diventato oggetto di studi approfonditi per una varietà di situazioni morbose, non soltanto neoplastiche. (Sandro Eridani, Stampa, 8 settembre 2004, Tuttoscienze, p. 3).
Adattato dal s. ingl. decitabine.