cyber-universo
s. m. L’universo virtuale, il mondo della Rete telematica. ◆ Kevin [Mitnick] è un intruso in sala parto. Entra nel labirinto dove chiunque si perderebbe e trova il filo con il quale tutti diventeremo rintracciabili. Non lo trancia, ma lo tocca. Va, per questo, eliminato. È il 4 luglio del ’94 quando, sulla prima pagina del «New York Times», esce un grosso e inspiegabile articolo su di lui. Non c’è notizia. Non c’è pretesto. Come dicono in America: out of the blue. Lo firma John Markoff, il più grande esperto, insieme a Jonathan Littman, del cyber-universo. Dipinge Mitnick come una primula rossa telematica. (Gabriele Romagnoli, Stampa, 9 luglio 1999, p. 25, Società e Cultura) • Cresciuti a Chicago «con padre uomo d’affari e madre pittrice», [Larry e Andy Wachowski] amano restare nell’ombra del film: «Il cyber-universo ci circonda e Matrix lo ha preceduto. Non è più una visionaria cine-creazione. Ognuno può interpretare Matrix come vuole. È come un amore immaginario». (Giovanna Grassi, Corriere della sera, 4 novembre 2003, p. 39, Spettacoli) • i terroristi usano la Rete proprio perché è per definizione asimmetrica e offre la massima capacità organizzativa e offensiva. Innanzitutto sfruttando un cyber-universo che, grazie all’anonimato che consente, permette addestramento teorico, militare, teologico e propaganda […] nonché attività di reclutamento e comunicazione tra le cellule. (Gian Antonio Orighi, Stampa, 5 luglio 2004, p. 11, Estero).
Composto dal confisso cyber- aggiunto al s. m. universo.