cute
s. f. [dal lat. cutis «pelle»]. – In anatomia, l’involucro continuo che riveste, con funzione prevalentemente protettiva e sensitiva, tutto il corpo dei vertebrati e che, in corrispondenza delle aperture naturali del corpo, continua nelle membrane mucose che tappezzano le cavità comunicanti con l’esterno; risulta costituito di due diverse strutture fondamentali: una esterna (epidermide), di natura epiteliale, il cui strato superficiale, più o meno spesso, è formato da sostanza cheratinizzata (strato corneo); e una profonda (derma o corion), di natura connettivale, contenente, a seconda delle regioni del corpo, follicoli piliferi (con annesse ghiandole sebacee) e numerose strutture sedi della sensibilità tattile, pressoria, termica e dolorifica (corpuscoli di Pacini, di Meissner, ecc.). Il termine è usato in partic. per indicare la pelle umana e, in tal senso, oltre che del linguaggio scient. è anche dell’uso letter.: il bruciore della c. irritata dal sole, dalla polvere e dal sudore (Svevo); come locuz. avv. o agg., sotto cute (anche in grafia unita, sottocute, per retroformazione da sottocutaneo) in espressioni come iniettare (un medicamento) sotto cute, iniezione sottocute, nello strato ipodermico.