culto1
culto1 agg. [dal lat. cultus, part. pass. di colĕre «coltivare» (e anche «abitare»); cfr. cólto], letter. – 1. a. Colto, istruito: la forza principale delle nazioni c. è il danaro (Genovesi); lingua c., aulica, dotta. Scuola c., o giurisprudenza c. (o anche, come s. m., scuola dei culti), nella storia del diritto, indirizzo umanistico affermatosi dal sec. 16°, in opposizione all’indirizzo bartolistico fino allora dominante, che considerò il diritto romano non più soltanto come il diritto comune vigente, ma anche e soprattutto come un monumento dell’antichità classica, tale pertanto da dover essere studiato con gli strumenti della filologia e della critica storica, oltreché con quelli dell’ermeneutica giuridica. b. Ornato, elegante: si sforzò d’esser più c. e castigato (B. Castiglione). 2. Con funzione di participio: a. Coltivato: gli odor del c. e vago Sacro giardin (L. Alamanni); credea volontarie e non arate Qui partorir le terre, e ’n più graditi Frutti non culte germogliar le viti (T. Tasso). b. Abitato: stretti calli, e sol da bestie culti (Ariosto). ◆ Avv. cultaménte, coltamente, dottamente.