culo. Finestra di approfondimento
Parte del corpo - C. è termine ritenuto volg. ed è pertanto spesso evitato e sostituito da sinon. eufem., il più comune dei quali è sedere, anch’esso tuttavia ritenuto talora sconveniente: la vecchiaccia della cuoca mi menò un piede nel sedere (I. Nievo). Però, in relazione a bambini molto piccoli, si parla generalm. di culetto. Più ricercato è deretano: meriterebbe una buona staffilata sul deretano (G. Baretti). Ano è termine più specifico, designante la zona anatomica dell’orifizio terminale dell’intestino retto (volgarmente detto buco del c.). Altri sostituti eufem. di c. sono didietro e posteriore: e ci dovette arrivare anche lui, Candeloro Bracone, a fare il pagliaccio se volle aver gente nel suo teatro, e a rappresentare le pantomime nelle quali pigliavasi le pedate nel didietro dal minore dei suoi ragazzi (G. Verga); a forza di star seduto mi fa male il posteriore. Talvolta, in luogo di c. si usa dire i glutei, le natiche o, pop., le chiappe: si sentiva giungere un calcio su le chiappe (F. Tozzi).
Usi metaforici - Il principale impiego fig. di c. è nel senso di «fortuna»: che c. che hai, non riesco mai a vincerti! Altri sinon. sono bazza, colpo (di fortuna), cuccagna, i contr. disdetta, iattura, (region.) iella, (pop.) scalogna, (region.) scarogna, (region.) sfica, (region.) sfiga, sfortuna, sventura. Da quest’uso, deriva anche l’agg. volg. sculato, con i sinon. fortunato, nato con la camicia (o sotto una buona stella) e i contr. (region.) iellato, nato sotto una cattiva stella, (pop.) scalognato, (region.) scarognato, (region.) sficato, (region.) sfigato, sfortunato, sventurato.
C. può essere talora il sinon. fam. di base o fondo: c. di bottiglia. Con c. di bicchiere si intende, nell’uso gerg., un diamante falso.
Turpiloquio - C. è d’uso assai frequente nel turpiloquio, soprattutto nell’espressione andare (o mandare) a fare in c. (ma la grafia non sempre riproduce la pronuncia, estremamente legata: vaffanculo!, o anche fanculo!, ormai frequente nel linguaggio cinematografico come sostituto ital. dell’ingl. fuck you!). Sostituti meno forti. sono andare (o mandare) a quel paese (o in malora o al diavolo). Molto com. è anche prendere (o pigliare) qualcuno per il c. (o per i fondelli), con i sinon. beffare, burlare, canzonare, deridere, dileggiare, prendere in giro, ecc.
Molto usato nel turpiloquio è il der. inculare (lett. «sodomizzare»), nel senso fig. di «fare una truffa ai danni di qualcuno» (mi hanno inculato facendomi credere di essere due agenti della finanza), con i sinon. volg. buggerare, fottere e fregare e i più ricercati frodare, gabbare, imbrogliare, ingannare, raggirare, truffare, turlupinare. Inculare può anche valere come sostituto molto volg. di rubare (m’hanno inculato il motorino), così come fottere e fregare.