crollo
cròllo s. m. [der. di crollare]. – 1. Forte scossa data o ricevuta, movimento di persona o di cosa che si scuote: al primo c. dell’albero, gran parte dei frutti venne giù; dare un c., scuotere, scrollare; e con sign. intr.: dimmi, se tu sai, perché tai crolli Diè dianzi ’l monte (Dante); senza far crollo, senza scuotersi, senza fare un movimento: Cadde morto colui senza far c. (Berni). 2. a. Caduta improvvisa e violenta di una struttura, rovina: il c. del muro, del tetto, del ponte; si udì un c. fragoroso. b. fig. Caduta definitiva, fallimento, rovina finanziaria, disastro economico o politico, collasso fisico e sim.: fu il c. delle nostre speranze; il suo patrimonio ha avuto un c. improvviso; la memoria paurosa del gran c. dell’ottantanove (Carducci); la sua salute ha dato un c. in questi ultimi giorni; c. psichico, morale. Con sign. attenuato, forte e improvviso ribasso: c. dei prezzi; c. delle quotazioni in Borsa. 3. Locuz. particolari (in cui si fondono i due sign. precedenti): dare il c., l’ultimo c. a qualche cosa, affrettarne o provocarne la rovina; quella speculazione sbagliata ha dato l’ultimo c. ai nostri interessi; con sign. intr., dare l’ultimo c., precipitare, rovinare. Dare il c. alla bilancia, farla scendere da una parte; fig., far precipitare un evento, affrettare il risolversi di una situazione incerta.