cristianofobia
s. f. Avversione pregiudiziale nei confronti del cristianesimo. ◆ Fu Papa Giovanni Paolo II nel dicembre 2004 a lanciare l’allarme verso una pericolosa distrazione dell’Onu – che citava solo «antisemitismo e islamofobia» – perché aggiungesse «cristianofobia». Lo stesso pontefice che denunciava incessantemente l’errore tragico dello «scontro di civiltà». E che mai avrebbe permesso che qualcuno usasse la persecuzione di una religione del Libro per giustificarne un’altra. (Riccardo Staglianò, Repubblica, 6 febbraio 2006, p. 4) • la possibilità di sfruttare i vantaggi della tolleranza pubblica impone a ciascuno di rinunciare a esercitare anche forme d’intolleranza privata. L’eccesso di suscettibilità di certi gruppi organizzati come autentiche lobby è una nuova forma d’intolleranza in nome d’una «tolleranza» che non ammette critiche contrarie. Come, per esempio, trasformare in «fobie» (islamofobia, cristianofobia, omofobia, catalanofobia e via dicendo), ossia in una sorta di malattia, qualsiasi valutazione negativa. Stabilire che chi dissente è una sorta di malato sociale è una delle più antiche pratiche totalitarie. (Fernando Savater, Stampa, 17 luglio 2007, p. 1, Prima pagina).Composto dall’agg. cristiano con l’aggiunta del confisso -fobia.
Già attestato nel Corriere della sera del 4 dicembre 2004, p. 12, Cronache (Luigi Accattoli).