criptogay
(cripto-gay, cripto gay), s. m. inv. Chi tenta di dissimulare la propria omosessualità. ◆ Vigilia di nozze reali: Edoardo è l’unico dei tre figli della regina ad andare all’altare vestito in borghese e non in divisa, scelta comprensibile in chi dopo appena quattro mesi è fuggito dai marines a gambe levate, meritandosi l’odiosa nomea di criptogay, e il soprannome di «mammoletta» da parte del severissimo padre. (Laura Laurenzi, Repubblica, 19 giugno 1999, p. 1, Prima pagina) • Sugli stessi temi, infatti, [Roberto Calderoli] si era già avventurato mesi fa con tale foga da finire tra i protagonisti di una intervista sul nostro Magazine di Claudio Sabelli Fioretti nella quale il presidente onorario di Arcigay gigioneggiava sui cripto-gay in Parlamento. (Gian Antonio Stella, Corriere della sera, 15 gennaio 2006, p. 1, Prima pagina) • non voglio escludere a priori l’ipotesi che sia Alice nel Paese delle Meraviglie e stia correndo senza consapevolezza verso un matrimonio impossibile da cui uscirebbe con le ossa spaccate. Perciò ti suggerisco un approccio a curva larga. Raccontale con tono distaccato che una tua conoscente si è innamorata di un cripto gay, avendo cura di mescolare un po’ le carte per non rendere i protagonisti della tua «fiction» la decalcomania fedele di loro due. Può succedere che la ragazza mangi la foglia. Ma almeno non ti manderà a stendere, perché le avrai consentito un’onorevole via di fuga: fare finta di nulla e cambiare discorso. (Massimo Gramellini, Stampa, 25 novembre 2007, p. 36, Società e Cultura).
Composto dal confisso cripto- aggiunto al s. m. inv. gay, di origine ingl.
Già attestato nella Stampa del 13 aprile 1992, p. 17, Spettacoli (Alessandra Pieracci).