crac
〈krak〉 interiez. e s. m. [voce di origine onomatopeica; prob. dall’ingl. (to) crack «fendersi, spaccarsi»; nel sign. 2 per influsso del ted. Krach, con il quale venne indicato il crollo delle banche viennesi avvenuto il 9 maggio 1873]. – 1. Voce che riproduce e indica il rumore di qualcosa che si rompe, cede improvvisamente e sim., anche come s. m.: appena seduta, crac, si è spezzata la panca; le assi cedettero e la galleria sprofondò con un c. spaventoso. 2. Forma grafica con cui, nel linguaggio dei fumetti, è rappresentato il rumore di qualcosa che si spezza. 3. fig. Crollo, rovina, fallimento; meno com., grave insuccesso o fallimento politico, elettorale, e sim.: un c. finanziario; il c. di una banca, della borsa; subire un crac.