costante
agg. e s. f. [dal lat. constans -antis, part. pres. di constare «fermarsi, star fermo»]. – 1. agg. Stabile, durevole, continuo: volontà, desiderio c.; un dolore c. alla spalla; piogge c.; di persona, perseverante nei propositi, nei sentimenti: è un uomo poco c.; essere c. negli affetti, nell’amore, nello studio, nelle idee; di situazioni, valori, manifestazioni, invariabile: la temperatura si mantiene c.; grandezza, quantità c.; forza c., che agisce sempre con la medesima intensità. 2. s. f. a. Nel linguaggio scient. e tecn., quantità o grandezza invariabile: per es., in matematica, il rapporto tra la lunghezza di una circonferenza e il suo diametro; in logica matematica, segno di un dato linguaggio che resta costante in un enunciato anche quando variano tutti gli altri elementi dell’enunciato; in fisica, c. universali, grandezze dimensionali o adimensionali, intimamente connesse a principî e leggi fondamentali, le quali non mutano per totale indipendenza da condizioni di luogo e di tempo e dallo stato fisico dei corpi interessati (per es., la carica dell’elettrone, la velocità della luce nel vuoto). Nella fisica atomica, c. di Planck (simbolo h) è il rapporto tra il quanto di energia raggiante e la frequenza dell’onda elettromagnetica associata al quanto medesimo, e vale (6,62377±0,00018) 10–34 J/Hz. Anche, parametro caratteristico di un dispositivo o di un’apparecchiatura (per es., la tensione nominale di un motore elettrico). b. Per estens., ciò che nel pensiero o nell’azione di un individuo, di un ente, di una collettività, o nell’insieme di un’opera, di una attività, nel manifestarsi di alcuni fenomeni, processi, ecc. risulta immutabile e caratteristico (e si oppone perciò a variabile): le c. della filosofia kantiana; le c. della politica inglese; una c. della produzione automobilistica italiana è l’eleganza della linea. ◆ Avv. costanteménte, con costanza, fermamente, stabilmente: il mare s’è mantenuto costantemente calmo.