cossighiano
s. m. e agg. Sostenitore della linea politica di Francesco Cossiga; aderente all’Udr (Unione democratica per la Repubblica), partito da lui fondato nel 1998; relativo a Francesco Cossiga e all’Udr. ◆ [Romano Prodi] ha anche iniziato una paziente opera che mira ad un rafforzamento della propria maggioranza attraverso una spaccatura del movimento cossighiano (facendo leva sulla componente legata a Clemente Mastella) e alla costituzione di un proprio gruppo di riferimento centrista (Foglio, 8 ottobre 1998, p. 1, Prima pagina) • Uniti nella condanna senza appello del maggioritario, lo Sdi di [Enrico] Boselli, cossighiani e Pri di [Giorgio] La Malfa, la scorsa settimana hanno ribadito, in una lettera ai segretari di tutti i partiti, la validità della loro proposta. (Sole 24 Ore, 10 gennaio 2000, p. 4, In primo piano) • Tutti lo definiscono un bravissimo magistrato. Non è più, anagraficamente, un «giudice ragazzino» di cossighiana memoria. Simone Luerti, 43 anni, gip a Milano, incarna bene una ventata di cambiamento anche generazionale all’interno dell’Associazione nazionale magistrati. Se non fosse che è stato eletto nuovo presidente dell’Anm da una sola corrente, la sua, Unicost, storicamente una corrente centrista (e di potere) e dunque che guida una giunta di minoranza e di transizione, Luerti potrebbe ben rappresentare il disagio e il malessere diffuso dei magistrati. (Guido Ruotolo, Stampa, 27 novembre 2007, p. 12, Interno).
Derivato dal nome proprio (Francesco) Cossiga con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
Già attestato nella Repubblica del 9 dicembre 1990, p. 8, Commenti (Stefano Rodotà).