coronavirus
s. m. Genere di virus responsabili di diverse malattie nell’uomo e negli animali, prevalentemente respiratorie e polmonari; per antonomasia e metonimia, il virus SARS-CoV-2, causa del COVID-19; per ulteriore estensione di significato, il COVID-19 stesso; nella lingua colloquiale, scorciato in corona. ♦ È uno dei due virus "sospetti" il responsabile dell'epidemia di SARS, la polmonite atipica comparsa improvvisamente lo scorso novembre nella Cina meridionale. Secondo i microbiologi dell'università di Hong Kong, dove le autorità hanno chiuso le scuole per una settimana, si tratta di un nuovo ceppo di coronavirus, finora sconosciuto negli esseri umani. L'identificazione degli scienziati cinesi è stata confermata dai Centers for Disease Control americani. (Claudia Di Giorgio, Repubblica.it, 27 marzo 2003, Cronaca) • Doveva essere uno scherzo, invece la foto di un matrimonio in cui tutti, dagli sposi agli ospiti, portano le mascherine anti-contagio è stata presa sul serio ed è diventata – quella sì – virale nella Corea del Sud spaventata da un'epidemia di "Mers", la sindrome respiratoria mediorientale causata da un coronavirus simile a quello della Sars che nel 2003 uccise 775 persone nel mondo. (Corriere della sera, 10 giugno 2015, p. 29, Cronache) • [tit.] Governare gli allarmismi sul coronavirus / Città cinesi isolate, un caso sospetto in Italia. Serve cautela. E trasparenza. (Foglio.it, 24 gennaio 2020, Salute) • Sono affollati i parchi, ma anche le librerie, i vicoli del Quadrilatero, persino qualche ristorante. «Io più che del corona ho paura della quarantena: che cosa faccio chiuso in casa due settimane?», scherza Federico, 36 anni, seduto sui gradoni di via Azzo Gardino insieme al suo ragazzo, Jacopo, che di anni ne ha 26. «Forse dipende dall'età — commentano — noi pensiamo di poterlo reggere di più questo virus». (Caterina Giusberti, Repubblica, 1° marzo 2020, p. 4, Cronaca).
Dall'ingl. coronavirus, a sua volta composto dai s. lat. corona ('corona') e virus ('virus'), con riferimento alla forma elicoidale (corona) del virus.
Già attestato nella Stampa del 30 luglio 1970, p. 14.