controutopia
s. f. Modello ideale alternativo. ◆ Il Medioevo era stato dominato dalle artes moriendi. Lo scambio fra vita breve e morte ha archetipi semplici e brutali: dalla positività della malattia, alla denuncia della bellezza, al culto della morte come apertura della vita eterna, ma anche come memento. La stessa civitas dei è una controutopia ante litteram, che solo fra le righe salva la storicità in funzione del progetto divino. (Giuseppe Ricuperati, Stampa, 26 marzo 2005, Tuttolibri, p. 7) • È lui [Albert Robida], e non [Jules] Verne, il vero anticipatore degli incubi della fantascienza che [George] Minois introduce nella quinta e ultima era, la nostra era, l’era delle predizioni scientifiche, ovvero l’era che va «dal pessimismo della fantascienza e della controutopia alla prudenza delle probabilità e della prospettiva». (Sandro Fusina, Foglio, 1° dicembre 2007, Inserto, p. III).
Derivato dal s. f. utopia con l’aggiunta del prefisso contro-.
Già attestato nella Repubblica del 24 aprile 1984, p. 21 (Beniamino Placido).