controluce
avv. e s. m. e f. [comp. di contro- e luce], invar. – 1. avv. Propr., contro la luce, cioè in posizione intermedia fra chi guarda e la sorgente luminosa: essere, mettersi, trovarsi, collocare controluce (o anche, in grafia staccata, contro luce); di un quadro, essere c., essere posto sulla stessa parete ove s’apre una finestra, la cui luce, colpendo direttamente gli occhi, impedisce di vederlo bene; guardare un oggetto c., guardarlo in trasparenza, ponendolo contro la sorgente luminosa. Con gli stessi sign., è anche com. la locuz. avv. in controluce; in partic., fotografia, ripresa cinematografica in c., con il soggetto collocato davanti alla sorgente luminosa, e in modo che l’obiettivo non sia colpito dai raggi diretti. 2. s. m. L’effetto che si ottiene, in pittura e in fotografia, rappresentando o riprendendo il soggetto illuminato da dietro, in modo che la sagoma in ombra si stagli su un fondo luminoso mentre i contorni risultano illuminati: i c. dei pittori impressionisti e divisionisti; un bel c. in bianco e nero. Meno com., la posizione di persona o cosa che, stando in ombra, si stagli su fondo luminoso: nel c. della finestra, del paesaggio. 3. s. f., non com. Luce che diminuisce, modifica o impedisce l’effetto di un’altra luce.