controemendamento
(contro-emendamento), s. m. Emendamento contrario a un altro presentato in precedenza; proposta di modifica di un precedente emendamento. ◆ Ma anche il controemendamento sulla giustizia da parte di alcuni senatori diessini che ne sconfessa un altro, presentato da Guido Calvi (Ds), appena votato all’unanimità in Commissione e col pieno appoggio del governo. (Foglio, 30 giugno 1999, p. 3) • I fatti risalgono alla notte del 13 marzo, quando il Comune deve votare il bilancio e la giunta ha solo 18 giorni per evitare il rischio del commissariamento: il centrosinistra annuncia ostruzionismo con 2.083 emendamenti, passibili di decadere per regolamento nel caso di contro-emendamenti approvati dalla maggioranza. (Luigi Ferrarella, Corriere della sera, 8 giugno 2003, p. 50, Cronaca di Milano) • «Se presentate emendamenti -- ha aggiunto [Francesco] Rutelli rivolto anche a [Fabio] Mussi e [Alfonso] Pecoraro Scanio -- scatta la reazione dei senatori come [Lamberto] Dini che si fanno votare i loro controemendamenti dal centrodestra e a quel punto la maggioranza non c’è più». (Amedeo La Mattina, Stampa, 13 ottobre 2007, p. 7, Interno).
Derivato dal s. m. emendamento con l’aggiunta del prefisso contro-.
Già attestato nella Repubblica del 10 luglio 1995, p. 17.