contratto di quartiere
loc. s.le m. Progetto per la riqualificazione urbanistica di aree cittadine degradate. ◆ [tit.] Sbloccati i «contratti di quartiere» [testo] Edilizia sperimentale su alloggi pubblici, partecipazione dei cittadini, interventi di carattere «sociale» e non solo edilizio-urbanistico: conservando queste tre caratteristiche originarie hanno tagliato il traguardo nei tempi previsti i «contratti di quartiere», i piani-progetto per la riqualificazione delle periferie urbane lanciati il 30 gennaio 1998 dal ministero dei Lavori pubblici con il decreto dell’allora ministro Paolo Costa. (Sole 24 Ore, 10 maggio 2000, p. 18, Edilizia e Territorio) • Sul nuovo piano regolatore è subito scontro. Se il Comune, infatti, apre ai Municipi, in linea con le direttive regionali sui «contratti di quartiere», si dimentica dall’altra parte un dato fondamentale: senza strade e quindi senza garantire la mobilità cittadina non si possono prevedere nuovi insediamenti abitativi. (Tempo, 12 luglio 2002, p. 34, Metropoli) • [tit.] Contratti di quartiere la parola ai cittadini [testo] Sono i cittadini a dire come vorrebbero i quartieri in cui abitano. […] Un’opportunità prevista dai «Contratti di quartiere» che stanno partendo ora e nell’ambito dei quali il sindaco Vincenzo Zaccheo promette «un rivoluzionario sistema di sviluppo urbanistico della città». (Messaggero, 10 febbraio 2004, p. 29, Latina).
Espressione composta dal s. m. contratto, dalla prep. di e dal s. m. quartiere.
Già attestato nella Repubblica del 6 marzo 1997, p. 27, Economia (Enzo Cirillo).