contraffare
v. tr. [dal lat. mediev. contrafacere, comp. di contra «contro» e facĕre «fare»] (coniug. come fare). – 1. a. Imitare una persona nella voce, nei gesti, nel modo di comportarsi, per scherzo o caricatura: è abilissimo nel c. il maestro. b. Riprodurre una cosa, imitarla al fine di spacciarla per originale: c. un documento; c. la calligrafia, la firma di qualcuno. c. Sostituire, nella presentazione e vendita al pubblico, un prodotto genuino con altro di minor valore intrinseco e commerciale: i prodotti di marca vengono spesso contraffatti. d. Alterare la propria voce o altro per trarre in inganno: c. la voce al telefono. e. rifl. Trasformarsi, alterare il proprio aspetto: io mi contraffarò a guisa d’uno attratto (Boccaccio). 2. intr., ant. Agire contro, cioè in modo contrario, trasgredire: i Guelfi che erano più potenti cominciarono di giorno in giorno a c. a’ patti della pace (Compagni); sì nelle opere e nei costumi sì nelle arti e negli accorgimenti di regno essi contraffecero agl’instituti cristiani (Carducci). ◆ Part. pass. contraffatto, anche come agg., alterato, imitato: calligrafia contraffatta; con voce contraffatta; liquori contraffatti; storpiato, deforme: aveva la persona orribilmente contraffatta.