contenere
contenére v. tr. [lat. contĭnere, comp. di con- e tenere «tenere»] (coniug. come tenere). – 1. Tenere in sé, comprendere, accogliere (o essere capace di tenere, di accogliere): la cassa conteneva sete preziose; la damigiana contiene circa 50 litri; lo stadio olimpico può c. centomila spettatori. Di uno scritto, di un’opera a stampa, avere per argomento, trattare, sviluppare: è un libro che contiene utili insegnamenti; dimmi che cosa contiene il primo capitolo. 2. Trattenere, reprimere, soprattutto la manifestazione di sentimenti e stati d’animo: c. l’ira, la collera, l’emozione, le lacrime; frenare, anche con riferimento alla resistenza difensiva in battaglia: c. l’impeto, l’assalto dei nemici (o in senso più ampio: un accordo politico che mira a c. l’espansione territoriale di stati imperialisti); limitare, ridurre: c. l’aumento dei prezzi; c. la spesa pubblica; cercare di c. il disavanzo. In senso più concr., comprimere, immobilizzare: c. l’ernia, c. una frattura, mediante opportuni apparecchi di contenzione. 3. a. rifl. Frenarsi, moderarsi, reprimere la collera o lo sdegno: non fui più capace di contenermi. b. intr. pron. Comportarsi, avere un determinato contegno: non si sa mai come contenersi con lui in simili casi. Part. pres. contenènte, con valore verbale: una cassa contenente libri; come s. m., ciò che contiene: nominare il contenente per il contenuto. Part. pass. contenuto; nel suo uso verbale, si dice in matematica che un insieme A è contenuto in un insieme B, e si scrive A ⊂ B («A è contenuto in B»), oppure B ⊃ A («B contiene A»), se ogni elemento di A è elemento di B. Per l’uso del part. pass. come agg. e come s. m., v. contenuto1 e contenuto2.