conservativo
agg. [dal lat. tardo conservativus]. – 1. Che vale o tende a conservare: della compagnia di maschio e di femina risulta un composito c. della specie umana, senza il quale le parti si destruiriano (B. Castiglione). In chimica e nelle industrie alimentari, sostanze c. (o anche conservativi s. m.), meno com. di conservanti (v. conservante). In linguistica, area c., l’area dialettale in cui si conservano in uso forme arcaiche scomparse in altre zone. 2. In diritto, atto c., in generale, qualsiasi attività giuridica diretta a conservare un diritto attuale e assicurarne l’esercizio futuro; in senso più ristretto, un mezzo col quale il creditore provvede a tutelare il proprio diritto in un momento successivo alla nascita dell’obbligazione, ma prima della scadenza di essa, ovvero prima di aver realizzato il suo credito con l’azione esecutiva. 3. In fisica, campo c., campo vettoriale che deriva da un potenziale monodromo; la denominazione deriva dal fatto che l’energia totale di un corpo soggetto alle sole azioni del campo, e in moto nel campo stesso, si conserva, durante il moto, invariata. Forza c., quella di un campo di forza conservativo, quale, tipicamente, una forza centrale dipendente dalla sola distanza, e quindi una forza gravitazionale, elastica, tra cariche elettriche puntiformi. 4. Nel restauro: intervento c., che si limita a conservare ciò che resta della forma originaria di un’opera.