connettivo
agg. e s. m. [der. di connettere]. – 1. agg. a. Che connette o serve a connettere. In partic., in istologia, tessuto c. (o, come sost., il connettivo), vasto gruppo di tessuti (c. propriamente detto, c. adiposo, c. cordoide o vescicolare, c. cartilagineo e c. osseo), dotati di caratteristiche morfologiche assai diverse, ma derivanti tutti da uno stesso tessuto embrionale, il mesenchima, e aventi in comune alcune proprietà, tra le quali la presenza di un’abbondante sostanza intercellulare in cui si trovano fibrille di diversa natura (collagene, elastiche, reticolari); la loro funzione è di riempimento, di sostegno e di protezione, ma intervengono inoltre negli scambî nutritizî dei varî tessuti con cui sono a contatto, hanno rapporto con l’ematopoiesi, con le funzioni granulopessica, fagocitaria e immunitaria, con il processo della cicatrizzazione e con la reazione infiammatoria. b. In usi fig.: tessuto c. di un’opera, di un lavoro drammatico, ecc., la parte di fondo su cui s’innestano e si legano i varî motivi. 2. s. m. a. In botanica, parte dello stame che congiunge le due teche dell’antera e che continua col filamento. b. Elemento (astratto) di congiunzione, di collegamento: c. logici, gli elementi grammaticali che collegano due frasi. In partic., nella linguistica testuale, ogni elemento grammaticale che svolge la funzione di collegare frasi, periodi, parti di un testo. c. In logica matematica, tipo di funzione di verità, cioè termine che non è in sé né vero né falso, ma corrisponde a un’operazione (negazione, congiunzione, disgiunzione, implicazione, ecc.) che alla verità o falsità di una o più proposizioni associa la verità o falsità di un’altra proposizione, costruita a partire dalle precedenti tramite il connettivo stesso.