coniglio
conìglio s. m. [lat. cunīcŭlus; cfr. cunicolo2, che ha lo stesso etimo]. – 1. a. (f. -a) Mammifero roditore della famiglia leporidi (lat. scient. Oryctolagus cuniculus), dotato di orecchie lunghe, occhi sporgenti, arti brevi, pelame di vario colore, morbido e fitto, olfatto e udito molto acuti, vista buona; si distinguono una razza selvatica e una domestica, derivante dalla prima: entrambe forniscono ottima carne e una buona pelliccia. b. La carne del coniglio: c. in umido; c. arrosto. c. La pelliccia del coniglio, di colore vario, formata da peli di due qualità, la lanugine (o sottopelo, o borra), con peli corti e fini, e la giarra, con peli lunghi, sottili alle estremità e più grossi nella parte mediana. 2. (f. -a) Come termine di comparazione e in usi fig., persona molto timida, oppure vile e paurosa (per similitudine con la proverbiale natura paurosa del coniglio), o anche (con riferimento alla capacità riproduttiva del coniglio) molto prolifica: è timido come un c.; si è comportato come un c.; ha un cuor di c.; sei proprio un c.; fanno i figli in giro come conigli (Aldo Busi). ◆ Dim. conigliétto, coniglino, conigliuzzo; vezz. o spreg. conigliùccio; accr. coniglióne; pegg. conigliàccio.