confidare
v. intr. e tr. [rifacimento del lat. confidĕre secondo fidare e sim.]. – 1. intr. (aus. avere) Avere piena fiducia: c. in Dio, nella propria stella, nelle proprie capacità, nel tempo, nella clemenza dei giudici; confido in voi; confido nella tua comprensione; confidava solo nelle proprie forze. Seguìto da che o di, avere buona speranza: confidava di riuscire; confido che egli saprà tacere. 2. intr. pron. a. raro o ant. Seguito dalle prep. in o di, fidarsi, aver fiducia: confidatevi in noi; un monaco bolognese, di cui egli molto si confidava (Boccaccio). b. Seguito dalle prep. con o a, manifestare a qualcuno i proprî pensieri segreti, aprirgli il proprio cuore: si confidò col fratello; avrebbe voluto confidarsi al padre. 3. tr. a. Palesare, rivelare: c. un segreto; c. le proprie pene a qualcuno; me l’ha confidato lui, me l’ha detto in tutta segretezza. b. Affidare, consegnare con fiducia: c. un tesoro, un oggetto caro; e con che faccia potrei io chieder a Dio qualcosa per me, quando v’avessi abbandonata? voi in questo stato! voi, ch’Egli mi confida! (Manzoni). ◆ Part. pass. confidato, usato talvolta, nel linguaggio letter., con valore di gerundio (sul modello del lat. confisus): «Confidato nella gran bontà di vossignoria illustrissima,» rispose don Abbondio, «mi son preso l’ardire...» (Manzoni).