conciliare2
conciliare2 v. tr. [dal lat. conciliare, propr. «riunire insieme», der. di concilium «concilio»] (io concìlio, ecc.). – 1. a. Mettere d’accordo due o più persone appianando il dissidio esistente fra esse: si adoperò instancabilmente per c. tra loro i due contendentii; per estens., accordare cose che sono o sembrano in contrasto, far coesistere, combinare: c. opinioni diverse, principî apparentemente opposti, interessi divergenti; c. posizioni diverse all’interno di un partito; c. la libertà con la legge; pretenderebbe di c. il diavolo con l’acqua santa; sapeva c. il ritegno con l’affabilità; è sempre riuscito a c. lo studio con il lavoro. b. intr. pron. Andare d’accordo, procedere insieme, armonizzarsi: Oggi co ’l papa mi concilierei (Carducci); spec. di cose: la giustizia e l’indulgenza possono talvolta conciliarsi; l’altruismo non si può c. con l’avarizia; come si conciliano le tue asserzioni con la realtà dei fatti?; anche rifl. recipr.: sono due mentalità che non si conciliano tra loro. c. C. una contravvenzione, estinguerla mediante il pagamento di una somma determinata dalla stessa autorità amministrativa. 2. Procurare, attirare: i suoi modi gli hanno conciliato le simpatie di tutti; con la particella pron., conciliarsi la stima, la benevolenza, il favore di qualcuno; conciliarsi qualcuno, procurarsene la benevolenza, farselo amico; c. il sonno, l’appetito, farli venire. ◆ Part. pres. conciliante anche come agg. (v.).