conciare
v. tr. [lat. *comptiare, der. di comptus, part. pass. di comĕre «ordinare, ornare»] (io cóncio, ecc.). – 1. Dare la concia alle pelli, al tabacco o ad altro. 2. Accomodare, aggiustare, rimettere in assetto. Con questo sign. è meno com. di acconciare e degli altri sinonimi, ma è frequente in senso fig., nelle frasi scherz. o iron. c. qualcuno, ridurlo in cattivo stato spec. con percosse: l’hanno conciato proprio male (o, iron., l’hanno conciato bene!); guarda come l’hanno conciato a forza di pugni; quel folletto è Gianni Schicchi, E va rabbioso altrui così conciando (Dante); c. qualcuno per le feste, o per il dì delle feste, maltrattarlo, prenderlo a botte. Riferito a oggetti, carte, vestiti, insudiciare, sciupare, per lo più in frasi esclamative: guarda come ha conciato il libro, la bambola, i calzoni nuovi!; anche nel rifl., acconciarsi, vestirsi, truccarsi male o in modo ridicolo: come ti sei conciato per uscire?; hai visto come si è conciata?; ridursi in cattivo stato, sporcarsi: come hai fatto a conciarti in questo modo? 3. Di pietre (e, più raram., di marmi o di pietre preziose), lavorarle, rifinirle, squadrarle. 4. region. Condire (soprattutto l’insalata, con olio e aceto): la Bellavita ne aveva conciato un’insalata di cetrioli (Di Giacomo); anche, preparare (con sale, droghe, ecc.) un animale macellato per la conservazione: c. il maiale. 5. ant. a. Correggere uno scritto: potrà farmi ancora favore di c. alcune copie (Tassoni). b. Addomesticare, ammaestrare: da necessità costretto si diede a c. uccelli (Boccaccio). c. Pacificare: i Fiorentini e’ Sanesi si travagliaron di conciarli insieme (G. Villani); anche nel rifl.: Ser Frulli, io mi voglio conciare con voi. Non ci abbia più parole (Novellino). ◆ Part. pres. conciante, anche come agg. e s. m. (v. la voce). ◆ Part. pass. conciato e cóncio, anche come agg. e s. m. (v. concio1).