computer ottico
loc. s.le m. Calcolatore digitale il cui funzionamento è basato sulla propagazione di fotoni. ◆ Texas Instruments sta pensando ai computer ottici. La rete mondiale delle telecomunicazioni sarà sempre più orientata alla fibra ottica, e si potrebbe così ovviare a un’attuale inefficienza: quando si parlano, i computer a base di silicio devono continuamente convertire segnali ottici in elettrici e viceversa. (Sole 24 Ore, 27 aprile 2000, p. 27, Finanza & Mercati) • L’ofiura, un organismo simile a una stella marina, possiede nel suo scheletro dei cristalli di calcite che correggono alcuni fattori che alterano la luce. Questi cristalli stanno offrendo nuove prospettive per migliorare le fibre ottiche o per sviluppare computer ottici. (Roberto Furlani, Corriere della sera, 31 gennaio 2006, p. 31) • [tit.] Si avvicina il computer ottico [testo] […] Diederick Wiersma, ricercatore dell’InfmCnr, è il coordinatore del gruppo di nanofotonica al laboratorio Lens di Firenze che ha sviluppato, in collaborazione con il gruppo di Lorenzo Pavesi del laboratorio di nanoscienze dell’Università di Trento, una nuova tecnica di commutazione ottica, tutta a colori. L’innovazione, pubblicata sul numero di marzo di «Nature Photonics», ha una portata vasta quanto il passaggio dal doppino di rame alla fibra ottica. Capace, in futuro, di condurre alla realizzazione del computer ottico. (Paola Jadeluca, Repubblica, 12 marzo 2007, Affari & Finanza, p. 6).
Composto dal s. m. inv. computer, di origine ingl., e dall’agg. ottico, ricalcando l’espressione ingl. optical computer.
Già attestato nella Repubblica del 26 aprile 1985, p. 7 (Franco Prattico).
V. anche chip ottico.