composito
compòṡito agg. [dal lat. composĭtus, part. pass. di componĕre «comporre»]. – 1. Composto: questo non seguita nelle cose miste e c. (B. Castiglione); macchina c., v. compound; per estens., eterogeneo, risultante dalla fusione di elementi diversi, eclettico: stile c.; un genere complesso, c. o misto come il poema romanzesco (Carducci). 2. In partic.: a. In architettura, ordine c., di creazione romana, nato dalla modificazione del corinzio, con capitello che alle volute ioniche unisce l’acanto del corinzio e inserisce spesso anche elementi figurati; fu usato nel Rinascimento e nel Barocco. b. Nella costruzione navale, scafo c., di costruzione mista, cioè con ossatura di acciaio e fasciami di legno, diffuso nella seconda metà del secolo 19°, e ripreso in qualche speciale costruzione moderna (ossatura di lega leggera e fasciami di legni pregiati). c. In petrografia (con sign. diverso da composto), detto di struttura complessa, tipica delle rocce ultrametamorfiche, caratterizzata dalla presenza di due o più associazioni di minerali geneticamente diverse. d. Nella tecnologia dei materiali, materiali c. (o solo compositi s. m.), quelli ottenuti dal raccoppiamento di materiali diversi così da sfruttare le proprietà positive di ciascuno di essi, come il cemento armato (ferro e calcestruzzo), i pneumatici (gomma, fibre, fili d’acciaio, ecc.), i materiali ceramici (una fase cristallina e una vetrosa), ecc. e. In codicologia, detto di codice costituito da più elementi o unità codicologiche, anche di epoche e origini diverse (e talora risultante dall’unione eterogenea di parti manoscritte e parti a stampa), raccolti sotto un’unica legatura; si parla di c. organizzato se le opere raccolte sono affini per argomento, finalità, ecc., di c. fattizio in caso contrario. Si distingue dal codice miscellaneo.