comodo1
còmodo1 (ant. o region. còmmodo) agg. [dal lat. commŏdus, propr. «conforme alla misura», comp. di con- e modus «misura»]. – 1. a. Che non dà disturbo o molestia, che s’accorda coi nostri desiderî e le nostre necessità, quindi opportuno, agevole, conveniente e sim.: disprezziamo pure la ricchezza, ma è una cosa c. (Fogazzaro); è un treno molto c. per chi deve andare in città la mattina; è un’ora c. per fare una visita; strada c., che si fa senza fatica, casa c., con ambienti spaziosi o che ha molte comodità; una c. poltrona, ampia, soffice, dove ci si sente a proprio agio; di vestiti e sim., largo, non attillato: una giacca molto c.; una c. vestaglia; queste scarpe mi sono c.; fam., ormai disus., luogo c. (o assol. il c.), la latrina. In funzione di predicato con valore neutro: è c. vivere alle spalle degli altri; sarebbe più c. riunirci in salotto; tornare c., venire c., riuscire vantaggioso, opportuno, gradito: se ti torna c., possiamo incontrarci domattina; fammi sapere quando ti viene c. che io venga. b. Riferito a sistema di vita, facile, agiato. 2. Riferito a persona, che ama la vita comoda, o che fa le cose lentamente, senza affannarsi: è gente c.; quanto sei comodo!; ormai raro, che vive con agiatezza: vignarolo c. (D’Azeglio); le famiglie c. (Bacchelli). Molto com. la locuz. stare comodo, sentirsi a proprio agio: si sta comodi su questo divano; state pure c., stia pure c., non vi disturbate, non si disturbi (per lo più in frasi di cortesia, come preghiera di non far complimenti, di non alzarsi in piedi, ecc.); anche, con sign. analoghi, mettersi comodo; talora senza verbo, comodo!, comodi!, per invitare altri a sedersi, e, in ambiente militare, per dispensare un ufficiale subalterno dal tenersi sull’attenti. ◆ Avv. comodaménte, in modo comodo, con agio, senza difficoltà: vivere comodamente; starsene comodamente seduto; c’entriamo, o ci stiamo, comodamente tutti e quattro (per es., in una vettura, in barca, a sedere su una panca o panchina, ecc.); intendeva comodamente la lingua latina (Varchi).