commissario
commissàrio s. m. [dal lat. mediev. commissarius, der. di committĕre «affidare»]. – 1. Funzionario cui sono affidati determinati compiti e poteri, sia in modo ordinario e permanente, alla direzione o con la responsabilità di determinati uffici, sia in modo temporaneo, per l’amministrazione straordinaria di enti pubblici, in sostituzione degli organi normalmente previsti dalle leggi, o con altri particolari incarichi; la funzione è di solito indicata dalla denominazione ufficiale del funzionario, anche se nell’uso il titolo è spesso adoperato assol. (come di solito avviene spec. per i commissarî di polizia): c. ad acta, nominato dalla pubblica amministrazione o dal giudice amministrativo per il compimento di un atto obbligatorio che gli organi ordinarî omettono o si rifiutano di compiere; c. per gli alloggi, a cui, in periodi di crisi degli alloggi, viene affidato il compito di requisire le abitazioni e assegnarle a coloro che ne abbiano bisogno; c. di bordo, ufficiale della marina militare e mercantile responsabile dell’amministrazione e della contabilità del personale, dei viveri e del materiale di bordo; c. giudiziale, pubblico ufficiale che, nella procedura di concordato preventivo e dell’amministrazione controllata, esercita funzioni di vigilanza sull’attività dell’imprenditore; c. governativo, inviato dal governo in sostituzione degli organi ordinarî di un ente, che non vogliono o non possono funzionare; c. del governo, organo che ha il compito di soprintendere, nel capoluogo della regione, alle funzioni amministrative esercitate dallo stato e di coordinarle con quelle esercitate dalla regione; c. prefettizio, nominato dal prefetto per reggere le amministrazioni degli enti locali (comune, provincia, ecc.) quando non possano, per qualsiasi ragione, funzionare in modo autonomo; c. politico, nell’organizzazione dei partiti comunisti, funzionario che affiancava il comandante militare di un corpo armato regolare (come in Russia dopo la rivoluzione d’ottobre del 1917) o di una formazione partigiana (come nelle Brigate internazionali nella guerra di Spagna del 1936-39, o nella guerra di liberazione italiana), con compiti di collegamento tra l’esercito e il partito, e in partic. d’informazione e orientamento politico e ideologico dei combattenti; c. sportivo, funzionario di una federazione incaricato di controllare il regolare andamento di un incontro sportivo; c. tecnico o c. unico, funzionario che ha il compito di indicare gli atleti idonei a essere inclusi in squadre nazionali e successivamente di dirigere la loro preparazione tecnica e agonistica (nel linguaggio giornalistico, viene spesso indicato con la sigla ct 〈čittì〉). In partic., c. di Pubblica Sicurezza, ora c. della Polizia di Stato (ma nell’uno e nell’altro caso più spesso assol. commissario), denominazione generica, con varie qualifiche gerarchiche, dei funzionarî di tali distretti di polizia, e più comunem. del funzionario preposto a un commissariato di Pubblica Sicurezza, attualmente della Polizia di Stato, indipendentemente dalla qualifica gerarchica spettantegli. 2. Membro d’una commissione; in partic., c. agli esami o c. d’esami, docente o altro funzionario o professionista componente di una commissione giudicatrice di esami scolastici; c. aggregato, quello che può essere aggiunto ai membri effettivi delle commissioni di maturità e abilitazione per le sole prove orali, grafiche o pratiche; c. governativo, designato a soprintendere, con funzioni di vigilanza e controllo, alle operazioni di scrutinio e di esami (esclusi quelli di maturità e di abilitazione), negli istituti legalmente riconosciuti, e anche talora in istituti pareggiati. Con queste accezioni è in uso anche, se pure non nel linguaggio ufficiale, il femminile: essere nominata commissaria d’esami. 3. Nell’Unione Sovietica, c. del popolo, funzionario del governo investito di particolari compiti a capo di organi politici, militari o amministrativi; in partic., erano così designati i capi responsabili dei varî dicasteri, denominazione che dal 1946 fu sostituita con quella di ministro.