comicarolo
agg. Interpretato da attori di grande richiamo popolare dotati di una comicità di facile presa. ◆ Non so da quanti anni la Francia non raggiungeva, in Italia, il primo posto in classifica (e viceversa): il miracolo l’ha compiuto [Roberto] Benigni, partner di [Gérard] Depardieu in «Asterix e Obelix», fumetto comicarolo. (Maurizio Porro, Corriere della sera, 23 ottobre 1999, p. 34, Spettacoli) • [tit.] [Massimo] Boldi & [Christian] De Sica, il cine-panettone comicarolo non sbaglia mai [testo] Boldi & De Sica hanno messo a punto negli anni la formula perfetta del film comico (qualcuno dice «comicarolo») da consumare sotto l’albero. (Foglio, 12 dicembre 2000, p. III) • la struttura della storiella (e il suo incoercibile cattivo gusto) fa a pugni con qualsiasi drammaturgia, ma proprio questo rende la sfida almeno curiosa. Cosa che non si può dire di tanti campioni d’incassi del nostro cinema «comicarolo». (Fabio Ferzetti, Messaggero, 6 febbraio 2004, p. 24, Cultura & Spettacoli).
Nuova funzione sintattica del s. m. comicarolo, che si converte in agg.
Già attestato nella Repubblica del 3 dicembre 1987, p. 24, Spettacoli (Maria Pia Fusco).