comare
(ant. commare) s. f. [lat. tardo commater, comp. di con- e mater «madre»]. – 1. a. Donna che tiene a battesimo o a cresima un bambino, madrina (e anche, rispetto a lei, la madre del battezzato o del cresimato). b. region. Levatrice, in quanto era lei che in alcune regioni presentava il neonato al battesimo. 2. estens. a. Donna che fa da testimone alle nozze (rispetto allo sposo o alla sposa, e reciprocamente la sposa rispetto alla testimone o al testimone). b. Vicina di casa, legata da rapporti di lunga amicizia e confidenza: le c. chiacchieravano nella piazzetta; i miracoli raccontati da fra Galdino quando va dalle commari alla cerca (Carducci); anche spreg.: ciarle, pettegolezzi da comari. c. Eufemismo (anche c. secca) con cui qualche volta viene indicata la morte; così nel prov. quando viene la c., di riffe o di raffe bisogna andare. d. Appellativo che nelle favole si aggiunge talora a nomi di animali: c. volpe. ◆ Dim. comarèlla (frequente in usi region. merid. per indicare una comare giovane o anche la figlioccia), comarùccia.