comando1
comando1 s. m. [der. di comandare]. – 1. Atto di comandare, ordine impartito; le parole con cui s’impartisce l’ordine; la cosa stessa comandata: dare un c.; aspettare il c.; fare, eseguire i c.; obbedire a un c.; parlare con tono, con voce di c.; essere ai c. di qualcuno, essere avvezzo a obbedirgli; essere, stare ai c. di uno, essere alle sue dipendenze, a sua disposizione; ai vostri c., ai suoi c., detto da chi si mette a disposizione di qualcuno e si dichiara pronto a servirlo. 2. Facoltà, autorità di comandare, e la funzione stessa, il grado di chi è investito di tale autorità: accettare, assumere un c., e più spesso il c.; l’essenza del c., nella vita, è riuscire a collocarsi in quella posizione di superiorità per cui l’altro sbaglia ciò che sarebbe capace di fare (Antonio Franchini); affidare il c. di una spedizione; prendere il c. di un gruppo di uomini; avere al proprio c. una squadra di operai; esercitare il c. (anche in senso ampio, avere funzioni direttive, avere grande potere); bastone di c. (v. bastone). In partic., nell’esercito: avere, assumere il c. di un plotone, di una compagnia, di un battaglione; il colonnello ha il c. di un reggimento; anche per funzioni occasionali e temporanee: il generale di Corpo d’Armata aveva il c. delle truppe nella sfilata. Con usi estens., essere al c. di un’azienda, di un’impresa, esserne il capo, il dirigente; nel linguaggio sport., assumere il c. della corsa, essere al c. della gara, della classifica, essere in posizione di testa. 3. Nelle forze armate, l’ufficio istituito dal comandante e dai suoi diretti collaboratori, e anche il luogo dove questi risiedono: il c. di battaglione, di reggimento, di divisione; c. di tappa; c. militare di stazione; essere addetto al c.; recarsi, trovarsi al c. del reggimento. In partic.: c. arretrato, aliquota del comando di una Grande Unità, comprendente essenzialmente gli organi logistici, dislocati nella parte arretrata del settore di competenza della Grande Unità; c. avanzato, aliquota del comando di una Grande Unità, comprendente gli organi operativi, dislocata nella parte avanzata del settore di competenza della Grande Unità; c. di sostituzione, organo predisposto per sostituire con immediatezza un comando di livello immediatamente superiore, distrutto o neutralizzato. 4. C. navale, nella marina militare italiana, il potere conferito a un ufficiale di vascello di dirigere tutti i servizî di una nave o di una forza navale (nel caso di naviglio minore e di naviglio ausiliario il comando può essere dato anche a sottufficiali della categoria «nostromi»). Nella marina mercantile è l’analogo potere, soprattutto per quanto riguarda la condotta della navigazione e la disciplina dell’equipaggio, conferito dall’armatore a persona munita della prescritta abilitazione. C. di guardia, nella marina militare e mercantile, il potere conferito a determinati ufficiali per dirigere a turno, assumendone la responsabilità giuridica, il governo della nave e l’andamento dei suoi servizî interni. C. militare marittimo, comando della marina militare che risiede a terra e provvede all’organizzazione di una base. Per il ponte di comando sulle navi, v. ponte. 5. Nel diritto amministr., provvedimento con cui l’impiegato viene eccezionalmente e temporaneamente destinato a prestare servizio presso altra amministrazione statale o presso enti pubblici, diversi da quelli sottoposti alla vigilanza dell’amministrazione cui l’impiegato appartiene. 6. Nella tecnica, organo (o sistema di organi) a funzionamento manuale, semiautomatico o automatico, mediante cui si governa un dispositivo, una macchina, un impianto: c. della frizione di un autoveicolo; c. di un aeromobile; c. di una centrale elettrica; c. manuale, meccanico, elettrico; c. a leva, a tiranti; organo di c., l’organo su cui agisce l’operatore; dispositivo di c., quello che attiva effettivamente il controllo dell’apparecchio; azionare i c. (e i c. non funzionano, non rispondono); c. diretto (per es., lo sterzo di un autoveicolo, il controllo di volume e di tono negli amplificatori); c. indiretto (per es., il freno idraulico delle autovetture); c. assistito o potenziato, quando la potenza necessaria all’attivazione del comando viene fornita da un’apposita fonte di energia (per es., nel servofreno degli autoveicoli); c. a distanza o telecomando, quando l’organo di comando è relativamente distante dal dispositivo di comando; c. automatico (o meglio controllo automatico), quando il comando interviene automaticamente, senza intervento di un operatore (per es., il regolatore automatico di velocità, di temperatura); c. semiautomatico, se l’azione di comando viene iniziata da un operatore e proseguita da un dispositivo di comando automatico.