colto
cólto agg. e s. m. [lat. cŭltus, part. pass. di colĕre «coltivare» adoperato anche come agg.]. – 1. a. Coltivato: terreni c. e incolti. b. s. m., letter. Campo, terreno coltivato: Giù per lo c. tra le dure zolle (G. Cavalcanti); per le vie e per li loro c. e per le case (Boccaccio); Questi campi cosparsi di ceneri infeconde ... Fur liete ville e colti, E biondeggiâr di spiche (Leopardi). 2. a. Istruito, fornito di cultura: uomo c., persona c.; è un giovane coltissimo; la poesia c. rimaneva territorio di interpretazioni, esegesi, svolgimenti noiosi sui banchi di scuola (Pier Vittorio Tondelli). C. pubblico ed inclita guarnigione, formula di complimento in uso nel sec. 19° nei fervorini e imbonimenti rivolti agli spettatori per sollecitarne il consenso; ora usato solo scherzosamente (spesso abbreviato, al colto e all’inclita), spec. per indicare un pubblico di ascoltatori o di lettori vasto ma di non alto livello culturale. b. Che denota o rivela cultura: linguaggio c.; espressione c. e ricercata. 3. ant., letter. Venerato, tenuto in onore (con valore di participio): Sorge un cipresso, già molt’anni e molti In onor de la Dea serbato e colto (Caro).