colore
colóre s. m. [lat. color -ōris]. – 1. a. Termine indicante, in fisica, sia la sensazione fisiologica che si prova sotto l’effetto di luci di diversa qualità e composizione (c. soggettivo), sia la luce stessa, monocromatica o policromatica (rispettivam. c. oggettivo semplice e c. oggettivo composto), costituita cioè da una sola o da più radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d’onda: c. fondamentali (nella teoria newtoniana) o dell’iride, il rosso, l’aranciato, il giallo, il verde, l’azzurro o blu, l’indaco, il violetto, ai quali corrispondono lunghezze d’onda decrescenti da 800 a 400 nm, detti anche c. dello spettro solare, perché dalla loro fusione si ha la luce solare (o bianca); c. fondamentali, in teorie successive a quella newtoniana, sono stati considerati la terna rosso, giallo, blu, quella rosso-arancio, verde, violetto (quest’ultima corrispondente alle tre sensazioni colorate fondamentali individuate dalla moderna teoria fisiologica della visione cromatica), e altre; c. complementari, coppia di colori (flussi luminosi colorati, monocromatici o no) che, opportunamente miscelati, dànno il bianco. Teoria dei c. (o teoria cromatica), ciascuna delle ipotesi che sono state formulate a proposito della natura dei colori e degli effetti della loro composizione: in partic., la teoria di I. Newton, per la quale la luce bianca è il risultato della fusione dei sette colori dell’iride; quella di J. W. von Goethe, che, in contrasto con la precedente, considera i colori come il prodotto dell’interazione tra il bianco e lo scuro, tra la presenza e l’assenza di luce; quella di J. C. Maxwell e H. L. Helmholtz, che distinsero la composizione additiva dei c., ottenuta sovrapponendo luci colorate su uno schermo inizialmente scuro, dalla composizione sottrattiva dei c., nella quale ogni colore che si aggiunge sopra un fondo inizialmente bianco toglie una parte delle radiazioni luminose al colore preesistente. Temperatura di c., v. temperatura. b. Nel linguaggio com., parlando di un colore (o designando il particolare colore di un oggetto), ci si riferisce alla sensazione visiva che si ha osservando quell’oggetto alla luce naturale: la luce rapida Piove di cosa in cosa, E i color varî suscita Dovunque si riposa (Manzoni); in questo senso si parla di una stoffa grigia, gialla, rossa, di lana verde, azzurra, di seta celeste, turchina, ecc., e meno propriam. di colore bianco, nero. Non di rado per la definizione del colore nelle varie gradazioni, toni, intensità, si ricorre a nomi di oggetti o sostanze ben note: colore arancio o arancione, avana, caffè, canarino, cannella, cenere, ciclamino, crema, fragola, malva, mattone, nocciola, viola o di viola o violetto, ecc.; anche aggiunti in forma di attributo: rosso scarlatto, rosso vino, giallo cromo, verde smeraldo, verde bottiglia, verde oliva, verde pisello, verde bandiera, grigio perla, ecc.; in altri casi si associano i nomi di due colori per definire in modo più o meno vago tonalità intermedie: rosso bruno, verde azzurro, blu marrone, grigio verde o grigioverde, ecc. Con altri riferimenti: blu di Prussia, rosso Magenta, terra di Siena, giallo di Napoli, ecc.; più poeticam.: color d’angelo, rosa pallido; Dolce color d’orïental zaffiro (Dante); fig., il c. del tempo, la tinta scura che assumono gli esterni degli edifici e monumenti col passare del tempo. Attributi comuni ai varî colori sono chiaro, scuro, cupo, vivo o vivace, acceso, carico, pallido, smorto, ecc. All’uso com. appartengono anche le espressioni senza colore, di corpi opachi, tendenti al bianco (e fig., sbiadito, privo di forza, di personalità, e sim.); di colore o in colori, di ciò che è colorato, che ha un colore, diverso cioè dal bianco e dal nero (biancheria di colore; assortimento di stoffe bianche, nere e in colori); a colori, di cosa che si presenta con disegno variamente colorato (un fazzoletto a colori): il contrario è di c. unito (ma più com. di tinta unita, o a tinta unita), o tutto d’un c.; fotografia a colori, in contrapp. a «fotografia in bianco e nero»; analogam., cinematografia, stampa, televisione a colori; un libro con illustrazioni o con tavole a colori. C. liturgici, i diversi colori (bianco, rosso, verde, viola o nero, rosa) che la liturgia prescrive, secondo l’occasione e il carattere del giorno, per i paramenti sacri dell’altare e del celebrante. In metallurgia, scaldare, arroventare un metallo al c. bianco, al c. rosso, espressioni frequenti ma improprie per calore bianco, rosso (v. calore, n. 2 d). c. Falso c., tecnica usata in astrofisica (nel telerilevamento della Terra), in medicina, ecc., per elaborare e visualizzare immagini di un soggetto ottenute in una o più bande di frequenza (nella regione del visibile, delle onde radio, dell’infrarosso, dell’ultravioletto, dei raggi X, ecc.); consiste nell’associare, alle diverse intensità luminose delle immagini di partenza, opportuni valori di tre colori fondamentali (generalmente rosso, blu e verde): si possono così ottenere una ricostruzione sintetica e in una sola visione (immagine a falsi c.) dell’informazione contenuta in più immagini di partenza, oppure, nel caso si disponga di una sola immagine e in una sola banda (per es. una foto in bianco e nero di oggetti celesti ripresi al telescopio), una moltiplicazione dei toni visibili per mezzo di colori fortemente contrastanti assegnati arbitrariamente ai diversi toni di grigio. 2. Sostanza naturale o artificiale usata per tingere o dipingere (per la distinzione tra colore e colorante, v. colorante): fabbrica di colori; c. buono, stabile; c. che regge, che non regge; c. cangiante; c. ricco; c. carico; c. ad acqua, a olio, a tempera; c. sottomarini, vernici sottomarine; dare il c., una mano di c.; dare i c. a un disegno; riprendere il c., rifarlo il più uguale possibile; fig., dar colore a un progetto, a un pensiero, attuarlo, o anche solo determinarlo in tutti i particolari. 3. a. Colorito, colorazione del volto, che rispecchia lo stato fisico o spirituale della persona: E io, che del color mi fui accorto, Dissi: Come verrò, se tu paventi ...? (Dante); avere un buon, un bel c., un brutto o cattivo c.; c. roseo, c. naturale, il c. della salute; c. terreo; il c. della morte; farsi o fare il viso o diventare di mille colori o di cento colori o di tutti i colori, mostrare, col cambiamento di colore nel viso, grave turbamento dell’animo in conseguenza di sensazioni diverse e spiacevoli. b. assol. Colorito buono, naturale: non ha colore, è pallido; ha perduto il c., per malattia; ha ripreso, ha riacquistato il c., gli è ritornato il c., con la salute. c. Genti, popolazioni, truppe, uomini di colore, appartenenti a razze diverse dalla bianca, e per lo più alla razza nera (con quest’uso, la locuz. ricalca l’ingl. coloured person, prob. per il tramite del fr. de couleur): gente, popolazione di c.; uomo, donna di colore. 4. assol. a. Colore che contraddistingue una bandiera o uno stemma e quindi uno stato, un partito, una società, una squadra, una nobile famiglia, ecc.: i c. nazionali, quelli della bandiera nazionale; i tre c., della bandiera italiana; i c. di Francia, della città di Roma, del Papa, di Sua Maestà Britannica, dei Caetani; fare onore ai proprî c., fare onore alla propria squadra; l’azzurro è il c. degli sportivi italiani (detti perciò gli azzurri) negli incontri internazionali. b. fig. C. politico, tendenze politiche; anche assol.: il suo c. è il rosso; non ha nessun c.; mutar c., cambiare partito, ideologia, opinione politica; essere sempre di un c.; essere tutti di un c., avere tutti le stesse idee. 5. Ciascuno dei quattro semi delle carte da gioco: fare o avere colore, nel poker, avere cinque carte dello stesso seme. 6. fig. a. Aspetto, apparenza: il suo racconto aveva il c. della sincerità; i fatti hanno assunto il c. della leggenda; ha un c. di personcina per bene che non mi persuade; sotto c. di modestia ha una superbia che non ti dico; con sign. partic., sotto colore, col pretesto: fu trattenuto sotto c. di stabilire vari particolari (D’Azeglio); quanti delitti sotto c. di libertà!; cose di dubbio c., d’incerta apparenza; parole di c. oscuro, incomprensibili (per un fraintendimento di un verso di Dante, Inf. III, 10, da interpretarsi invece in senso letterale); farne, dirne di tutti i c., d’ogni genere, di cattiverie o bizzarrie o di quant’altro si può di peggio. b. Colore locale (che traduce il fr. couleur locale), l’insieme degli aspetti caratteristici più peculiari e più pittoreschi di un luogo, di un tempo, di un ambiente, come si presentano in opere di letteratura o d’arte: il colore locale nei «Promessi Sposi»; una vivace pennellata di colore locale; due frasi in dialetto buttate là per fare il colore locale; l’espressione è usata anche con riferimento alle caratteristiche pittoresche o folcloristiche di un luogo, di un ambiente: per attirare i turisti hanno puntato sul c. locale dell’antico borgo. Nel giornalismo, articolo di colore, pezzo di colore, articolo d’attualità a carattere descrittivo, con vivaci e colorite rappresentazioni d’ambiente. 7. a. In pittura, colorito (v. colorito2 2 a): pittore famoso per i c., per il colore. b. Per estens., vivacità, brio, espressività: narrazione priva di colore, senza vivacità; voce priva di colore, monotona; dipingere a c. smaglianti, a vivaci c., raccontare, rappresentare un fatto in forma espressiva e attraente; fare del c., usare, magari oltre misura, espedienti descrittivi anche di maniera. c. Timbro di un suono, soprattutto di strumenti musicali. In fonetica, sinon. di colorito, cioè qualità o timbro di una vocale. 8. In astronomia, indice di colore, differenza tra la grandezza fotografica di una stella e quella visuale (v. grandezza), dipendente dal colore, cioè dalle caratteristiche spettrali di ogni stella. 9. In fisica delle particelle è detto colore, o carica di colore (c. blu, rosso, giallo, carica blu, rossa, gialla), un ipotetico numero quantico associato ai quark che ne caratterizza le reciproche interazioni (v. cromodinamica) e altre proprietà specifiche: per es., la possibilità che due quark, identici per quanto riguarda gli altri numeri quantici, e che quindi per il principio di esclusione di Pauli non potrebbero trovarsi nello stesso stato, si accoppino per formare un’altra particella. ◆ Dim. colorétto, colorino; spreg. colorùccio; pegg. coloràccio. TAV.