colica
còlica s. f. [dall’agg. colico1, sottint. affezione o sim.; esisteva già in greco l’espressione νόσος κωλική «affezione del colon» (v. colico1)]. – Termine usato dapprima per indicare gli accessi dolorosi a carattere parossistico che si ritenevano aver origine dal colon; successivamente esteso a indicare i dolori aventi caratteristiche affini e insorgenti sia in sede addominale sia in altri distretti, in rapporto alla contrazione spastica della parete muscolare di un organo cavo (intestino, uretere, cistifellea, coledoco, ecc.), provocata per lo più da calcoli, da irritazioni nervose (per es., del plesso celiaco), da stati infiammatorî (enteriti), discinesie, ecc.: c. appendicolare, crisi dolorosa dell’appendicite acuta; c. epatica (o biliare), provocata per lo più da un calcolo nelle vie biliari o da contrazioni della colecisti; c. intestinale, mestruale; c. pancreatica, dovuta per lo più alla calcolosi e accompagnata talvolta da febbre e ittero; c. renale, dovuta per lo più alla calcolosi, e che può essere accompagnata da febbre e da bisogno impellente di urinare; c. salivare, con sede davanti all’orecchio (ghiandola parotide) o in corrispondenza del pavimento della bocca (ghiandola sottomascellare); c. saturnina, caratteristica dell’intossicazione cronica da piombo. ◆ Dim. colichétta.