cocopro
(co.co.pro.), s. m. e f. inv. Acronimo di Contratto di collaborazione a progetto; per estensione chi lavora con tale contratto. ◆ Al di là di ogni propaganda oggi appare a tutti chiaro come non esista alcuna «Locomotiva Lazio» e come, invece, si siano aggravati i problemi strutturali della Regione: sono aumentate le distanze fra i territori regionali, la qualità dell’occupazione è sempre più scarsa con oltre il 50% delle assunzioni a tempo determinato, 321.000 co.co.pro. e una quota di lavoro nero pari ad oltre il 17% del totale e troppi infortuni. (Walter Schiavella, Corriere della sera, 1° maggio 2005, p. 50, Cronaca di Roma) • E qui viene il ruolo e l’utilizzo della legge Biagi, che non nasce come strumento per permettere alle aziende di pagare contributi inferiori, mantenendo i dipendenti nel ghetto del precariato, ma invece uno scopo ben diverso, ossia permettere di gestire il lavoro a progetto, tanto che la denominazione del nuovo status è cambiata: non più co.co.co., bensì co.co.pro. (Vittorio Ravà, Libero, 27 agosto 2006, p. 27, Economia) • Nel 2007 oltre 1000 aziende hanno presentato domanda e ricevuto i contributi messi a disposizione da Palazzo Cisterna. Il risultato? Più di 1900 lavoratori hanno potuto firmare un contratto di assunzione a tempo indeterminato, il 95% di questi provenienti dalla galassia della flessibilità, tra interinali full e part time, stage e cocopro. (Christian Benna, Repubblica, 19 febbraio 2008, Torino, p. IX).
Già attestato nella Repubblica del 15 febbraio 2204, Napoli, p. VII (Daniela D’Antonio).
V. anche collaborazione a progetto.