coalizzatore
s. m. Chi si propone di coalizzare, di promuovere una coalizione tra partiti o movimenti politici. ◆ L’ecumenismo centrista non è mai politicamente neutro nè armato di soli ramoscelli d’ulivo. In questa accezione della coalizione, convinzione ed opportunità, principi e manovra si specchiano e si presuppongono: chi corre ad occupare lo spazio di mediazione nell’alleanza, calcola di ricavarne ruolo e peso esponenziale. È la politica. I coalizzatori «volenterosi» lo sanno. E sanno che è in corso il complicato passaggio dal monolite del potere alla costellazione della concertazione. I coalizzatori «volenterosi» imboccano la strada del dialogo e si siedono ai tavoli a quello scopo aperti. (Mariano Ragusa, Mattino, 6 febbraio 2006, Salerno, p. 21).
Derivato dal v. tr coalizzare con l’aggiunta del suffisso -(t)ore.
Già attestato nella Repubblica dell’11 marzo 1987, p. 13 (Vittorio Zucconi), usato come s. f.