circuito
circùito (ant. circuìto) s. m. [dal lat. circuǐtus -us, der. di circuire «andare intorno»]. – 1. Giro, circonferenza: il territorio del comune ha un c. di quasi 40 km; la città è compresa entro un c. di otto miglia; come locuz. avv., in circuito, in giro, con movimento circolare: in c. tutto quanto L’aere si volge (Dante). Anticam. significò anche àmbito, spazio limitato: il più del tempo nel piccolo c. delle loro camere racchiuse dimorano (Boccaccio); e di luoghi circostanti: arsono tutte le case de’ calonaci, e tutta la chiesa e circuito (G. Villani); fig., circonlocuzione, giro di parole: mille strane maniere e lunghi c. di parole affettate (B. Castiglione). 2. a. Percorso (su pista o su strada) di una gara automobilistica, ciclistica o motociclistica con itinerario che ritorna al punto di partenza; prende spesso nome dal circuito stesso (il c. delle Tre valli varesine nel ciclismo, il c. di Pescara nell’automobilismo, ecc.). Nelle corse con pattini a rotelle, c. aperto, percorso su strada in cui la partenza e l’arrivo non coincidono e non si ripete uno stesso tratto di strada; c. chiuso, percorso su strada con partenza e arrivo sulla stessa linea, di solito ripetuto più volte. b. estens. Percorso, itinerario obbligato, anche non chiuso, che, in determinate condizioni, deve compiere un veicolo; in partic., in aeronautica, c. aeroportuale, percorso obbligato che gli aeromobili devono seguire sia nei loro movimenti al suolo (c. aeroportuale al suolo), sia quando volano intorno a un aeroporto, essendone partiti o dovendovi atterrare (c. aeroportuale in volo); c. d’attesa, percorso prestabilito, variabile da aeroporto ad aeroporto in relazione alle esigenze del traffico di volo, sul quale vengono avviati gli aeromobili in arrivo, in attesa del turno di atterraggio; precede il c. di traffico, particolare percorso che deve essere seguito da un aeromobile che si appresta ad atterrare. 3. In geometria, qualunque curva piana i cui punti siano in corrispondenza biunivoca e bicontinua con i punti di una circonferenza; risulta quindi essere una curva chiusa continua e priva di punti multipli. 4. a. Nella tecnica, il cammino percorso dal fluido in una macchina a fluido e, in generale, il percorso seguito dai materiali in un impianto o in una lavorazione industriale; anche, l’insieme dei condotti, trasportatori e simili, nei quali avviene il moto del fluido o dei materiali; il circuito si dice chiuso oppure aperto a seconda che il fluido o i materiali si ritrovino o no, alla fine del loro percorso, al punto di partenza, in modo da poter ripetere, nel primo caso, il circuito stesso. b. In elettrologia, c. elettrico (o c. di una corrente elettrica), la regione di spazio, non necessariamente occupata da mezzi conduttori, in cui si svolgono linee di corrente chiusa, per cui il circuito (c. chiuso) è una configurazione intrinsecamente chiusa; si parla di c. aperto quando la struttura del circuito viene alterata, per es. mediante la manovra di un interruttore, in modo da interrompere la continuità e impedire il passaggio di corrente. Per c. elettrico viene inteso anche l’insieme di elementi (resistori, induttori, generatori, reofori di collegamento) connessi tra loro in modo che nell’insieme circoli, o possa circolare, una corrente elettrica: aprire, chiudere un c., provocare, mediante interruttore, rispettivam. l’interruzione o il flusso della corrente nel circuito elettrico. Tipi particolari di circuiti elettrici: c. elettronico, che comprende uno o più dispositivi elettronici (tubi termoelettronici, diodi a semiconduttori, transistori, ecc.); c. indotto, in cui agisce una forza elettromotrice indotta; c. induttore (o inducente), percorso da una corrente che dà luogo a un campo magnetico induttore; c. oscillante, costituito da elementi induttivi e capacitivi, in cui possano instaurarsi correnti oscillanti; c. risonante, circuito oscillante in condizioni di risonanza di corrente (tali condizioni si verificano quando la frequenza è quella alla quale l’intensità di corrente assume il valore massimo); c. stampato, realizzato, in tutto o in parte, mediante tratti conduttori, impressi o ricavati su una piastrina di materiale isolante (fibra, resine sintetiche, ecc.), che costituiscono in genere i collegamenti predisposti per gli elementi circuitali da inserirsi in un secondo tempo; per la grande rapidità che consente nella produzione in serie, è impiegato diffusamente nell’industria degli apparati elettronici. C. magnetico, in senso generale, la regione di spazio in cui si svolgono le linee di induzione, chiuse, di un campo magnetico; concretamente, l’insieme costituito da una successione, chiusa o quasi chiusa, di materiali ad alta permeabilità magnetica (per es., il nucleo ferromagnetico di un trasformatore elettrico). In elettronica e informatica: c. integrato, circuito i cui elementi (transistori, diodi, resistori, condensatori, ecc.) sono costruiti con procedimenti chimici direttamente su un unico supporto di materiale semiconduttore (solitamente silicio) allo scopo di ottenere un’elevata densità di componenti in dimensioni molto ridotte; c. logico, dispositivo (costituito generalm. da un circuito integrato) che col proprio comportamento attua una funzione logica, spesso binaria, elementare (congiunzione, disgiunzione, ecc.) o più complicata, e che può servire come elemento costitutivo di circuiti anche molto complessi, come i calcolatori elettronici. 5. In ottica, c. ottico (relativo a un fascio di radiazioni luminose, in generale elettromagnetiche), la regione di spazio, non necessariamente chiusa, occupata dal fascio nella sua propagazione; con sign. specifico, è la regione di spazio o, concretamente, il dispositivo in cui si attui la propagazione guidata di luce (o di onde elettromagnetiche), solitamente al fine di trasmettere informazioni, come nel caso della guida di luce a fibra ottica. 6. In economia, il passaggio delle merci dai venditori ai compratori (c. commerciale o distributivo) e il passaggio delle monete dai compratori ai venditori (c. monetario). Anche, il complesso dei rapporti per cui merci, manodopera, monete circolano nel mondo (c. mondiale) o in una zona di esso (c. continentale, regionale, nazionale, ecc.). Con accezioni particolari, e con riferimento alla connessione tra le successive fasi di un processo economico: c. di capitali, espediente finanziario di emergenza praticato e teorizzato negli ultimi decennî, consistente in un iniziale atto di inflazione, mediante il quale lo stato per procurarsi la disponibilità di ricchezze e servizî accresce la massa dei mezzi di pagamento provocando un rialzo del livello dei prezzi, e successivamente nell’assorbimento da parte dello stato stesso, mediante imposte o prestiti, di un ammontare di mezzi di pagamento teoricamente pari a quello prima aggiunto alla circolazione; c. del credito, il processo per cui, se la moneta è stabile e la politica creditizia sana, la capacità d’acquisto creata dalle banche per conto del commercio ritorna entro breve tempo alle banche stesse. 7. In geografia fisica, c. oceanici, le linee chiuse lungo le quali, in ciascun oceano, avviene il movimento di masse d’acqua suscitato dalle correnti aeree costanti (alisei di NE e SE) che sospingono le acque dei bacini oceanici delle latitudini tropicali verso occidente, con conseguente richiamo di altre acque dalle latitudini superiori.