Cinglish
(chinglish), s. m. inv. L’inglese modificato e semplificato dal contatto con la lingua e la cultura cinesi. ◆ [tit.] Un milione di parole per l’inglese etnico / Con il «Cinglish» e lo «Spanglish» battuto un nuovo record [testo] […] Il 20 per cento dei nuovi vocaboli coniati in inglese nel 2005, per esempio, appartengono al «Cinglish», il Chinese-English, ovvero l’inglese parlato -- e qualche volta anche scritto -- in Cina: parole come «drinktea», che significa «chiuso» (è chiaro, quando la scritta appare in un cartello sulla vetrina di un negozio, cosa sia andato a fare il proprietario), «torunbusiness», che vuol dire «aperto», «Interwang» (Internet), «greenfud» (cibo organico), «engineroom» (persona importante) e così via. (Enrico Franceschini, Repubblica, 6 febbraio 2006, p. 21, Mondo) • L’inglese rimane la lingua più inventiva con netto primato per quello degli Stati Uniti. In parte l’invenzione ha radici per così dire interne, ma s’impone talmente per la sua espressività da diventare genere di esportazione. Così, se esistono il chinglish con termini mutuati dal cinese, e il japlish dal giapponese, tutta una serie di parole o di espressioni nascono dalla fantasia popolare. (Claudio Gorlier, Stampa, 14 aprile 2006, p. 25, Cultura & Spettacoli).
Dall’ingl. Chinglish, a sua volta ricavato dai s. Chin(ese) e (En)glish.