Cindia
s. f. inv. La sinergia che caratterizza la presenza emergente nello scenario internazionale di Cina e India. ◆ La locomotiva industriale cinese procede nell’invasione dei mercati mondiali: +60% le esportazioni del «made in China» in Italia negli ultimi due mesi, +44% in Germania, +37% in America. L’India sta conquistando un predominio in settori ad alto contenuto intellettuale, nel software informatico, nella biogenetica, perfino nella delocalizzazione della medicina ospedaliera dai paesi ricchi. C’è una complementarietà tra i due paesi che ha fatto nascere il neologismo «Cindia», per designare il nuovo macro-sistema. (Federico Rampini, Repubblica, 12 aprile 2005, p. 1, Prima pagina) • Se la Cina è, pur fra luci e ombre, la nazione-star del momento, il mercato più grande del mondo, ma anche potenzialmente una forza economica inarrestabile, l’India non è molto da meno. E il suo sviluppo, fin troppo rapido, verso la globalizzazione (selvaggia?), l’accosta all’altra nazione asiatica, tanto che è stato coniato il neologismo «Cindia» per mettere assieme i due grandi Paesi e le prospettive che li accomunano. (Vincenzo Bonaventura, Gazzetta del Sud, 26 ottobre 2007, p. 18, Cultura) • Effetto della rete che ha ristretto il mondo, effetto del mercato che per l’arte contemporanea sembra continuare a veleggiare in salute ma che ha sempre bisogno di novità, e che di novità ne divora ad altissima velocità. Già si era visto a Bologna ad Artefiera di gennaio: dopo i giovani cinesi arrivano i giovani indiani a rinverdire il panorama dell’arte contemporanea, tanto per non tradire il neologismo «Cindia» coniato per indicare il grande agglomerato che diventerà a breve il centro del mondo. (Camilla Bertoni, Arena, 3 marzo 2008, p. 49, Cultura).
Composto dai toponimi C(ina) e India.