cieli aperti
loc. s.le m. pl. Trattato che prevede la deregolamentazione nel regime dei voli intercontinentali tra Europa e Stati Uniti d’America. ◆ Parte l’operazione «cieli aperti» tra Europa e Stati Uniti. Il consiglio dei ministri della Ue, riunito ieri in Lussemburgo, ha affidato alla Commissione di Bruxelles l’incarico di trattare con il governo americano, per conto di tutte le compagnie dell’Unione. Nel concreto, se Washington accetterà di negoziare solo con la commissaria ai Trasporti [Ignacia de] Loyola de Palacio e non più con i ministri dei singoli governi, lo scenario del trasporto aereo cambierà profondamente. (Giuseppe Sarcina, Corriere della sera, 6 giugno 2003, p. 20, Cronache) • A cominciare dai sussidi per miliardi di dollari deliberati da Washington alle compagnie, e proseguendo con il sin qui mancato accordo «cieli aperti» tra Europa e Stati Uniti. (Foglio, 26 febbraio 2004, p. 1, Prima pagina) • Air France e Delta Airlines hanno lanciato ieri i loro primi voli in partenza dall’aeroporto londinese di Heathrow diretti verso gli Stati Uniti, grazie all’entrata in vigore dell’accordo Open Skies («Cieli Aperti»), che permette a qualunque vettore europeo di collegare il Vecchio Continente con l’America del Nord senza restrizioni (e viceversa). (Sole 24 Ore, 1° aprile 2008, p.23, Economia e Imprese).
Composto dal s. m. cielo e dall’agg. aperto, ricalcando l’espressione ingl. open skies.
Già attestato nella Repubblica del 4 marzo 1986, p. 48, Economia (Enzo Cirillo).
V. anche open sky.