cibo funzionale
loc. s.le m. Le sostanze alimentari, perlopiù geneticamente modificate, che soddisfano i criteri di un’alimentazione sana, favorendo il benessere dell’organismo e contrastandone i processi degenerativi. ◆ Ma che cosa sono esattamente questi cibi «funzionali»? Lo abbiamo chiesto al professor Carlo Cannella, direttore dell’Istituto di Scienza dell’Alimentazione dell’Università La Sapienza. «Un alimento si definisce funzionale quando è in grado di influire sulle funzioni fisiologiche dell’organismo o, meglio, quando bilancia le attività metaboliche, rinforza le difese immunitarie e protegge dalle sostanze chimiche tossiche». (Cristina Mazzantini, Corriere della sera, 20 settembre 1998, Corriere Salute, p. 25) • Il docente modenese [Claudio Malagoli], che è anche il vicepresidente del Consiglio dei diritti genetici, contesta poi la convenienza economica degli Ogm funzionali e l’efficacia epidemiologica dei nutraceutici: «L’Europa non ha ancora una regolamentazione per i cibi funzionali transgenici mentre esiste per gli integratori “tradizionali” -- osserva -- e le istituzioni dovranno avere l’ultima parola sui dosaggi dei nutraceutici». (Paolo Viana, Avvenire, 10 febbraio 2005, p. 3, In vetrina) • [tit.] I cibi «funzionali» una moda anticancro [testo] […] Se pensavamo di avere visto, e assaggiato, già tutto, ecco che dalla California arriva la nuova moda nella dieta alimentare e nella ristorazione: cibi cosiddetti «funzionali» che promuovono la salute, pietanze addizionate di vitamine, minerali e antiossidanti, che promettono di innalzare le nostre difese immunitarie. (Ignazio Marino e Claudia Cirillo, Repubblica, 23 febbraio 2008, Palermo, p. I).
Composto dal s. m. cibo e dall’agg. funzionale, ricalcando l’espressione ingl. functional food.
Già attestato nella Stampa del 21 aprile 1996, p. 14, Interno (Gabriele Beccaria).
V. anche functional food, nutraceutico.