chiazza
s. f. [der. di chiazzare]. – Zona più o meno estesa e più o meno nettamente circoscritta, di forma tondeggiante o a contorni irregolari, che risalta per diversità di colore o d’aspetto o per altra peculiarità su una superficie uniforme o quasi; indica in partic. varî tipi di macchie cutanee, come quelle, rosse, che caratterizzano le malattie esantematiche (morbillo, varicella, scarlattina), quelle nere o brune prodotte da accumuli di melanina nell’epidermide e nel derma, quelle brunastre e rugose proprie della cheratosi senile, ecc.; più genericam.: sudava tutta, e il viso le si era coperto di ch. rosse. Frequente anche con usi più ampî: una ch. d’inchiostro, d’olio, di vino sulla tovaglia; larghe ch. di umido sul soffitto; estese ch. di nafta galleggiavano sul mare; spiccano sul candore alcune ch. vermiglie ... quasi stille di sangue sulla neve (Gozzano); erba verde, allegrata da grandi ch. di papaveri fiammeggianti (A. Baldini); aggirarsi nel reticolo di vie del circondario dopo cena significa vagare nel buio seguendo le ch. gialle dei lampioni (Giuseppe Culicchia); come locuz. avv., a chiazze, a macchie: dipingere, stendere il colore a chiazze. Anche di gruppi di elementi rilevati su una superficie piana: sulla testa pelata gli erano rimaste poche ch. di capelli; chiazze d’alberi si levavano qua e là nella radura. In taluni casi, può indicare l’effetto analogo prodotto da zone prive di rivestimento o di colore che risaltino in una superficie per il resto rivestita o colorata: un bosco fitto con, qua e là, ch. brulle; il lupo perde il pelo a chiazze; il cemento seminato di foglie aveva già chiazze d’asciutto (Pavese). ◆ Dim. chiazzétta, chiazzettina.