chavista
s. m. e f. e agg. Chi o che si richiama a Hugo Chávez. ◆ Violenza e duri scontri a Caracas tra gli oppositori del governo, scesi in piazza per difendere una delle domocrazie più antiche dell’America Latina, e i sostenitori del presidente Hugo Chávez. Gli incidenti si sono verificati davanti alla sede del parlamento: sono almeno 35 i feriti. Sostenitori e avversari della «rivoluzione chavista» si sono affrontati davanti al parlamento, il cui ingresso era stato sbarrato, e dove deputati e senatori dei partiti tradizionali (Ad, Copei e Progetto Venezuela) hanno cercato di sfidare il decreto di «emergenza legislativa» emesso dalla costituente. (E. St., Stampa, 28 agosto 1999, p. 9, Estero) • perfino la stampa neutrale è sul chi vive, racconta Mauro Bafile, giornalista della «Voce d’Italia». «Prima di Chávez il governo ogni tanto chiamava la redazione per lamentarsi di questo o quell’articolo. Con Chávez il governo non chiama mai. Però ogni tanto arriva una telefonata di minacce, anonima; e allora per un po’ bisogna prendere precauzioni». Accade a molti giornalisti non chavisti. Agenti della Cia? Bafile è «di sinistra» dal tempo in cui distribuiva «l’Unità» a L’Aquila. (Guido Rampoldi, Repubblica, 16 dicembre 2005, p. 18, Politica) • Nelle liste degli invitati alle sue feste compaiono politici di primo piano ma anche figure meno raccomandabili. Le foto dei party ci mostrano donne vistose, uomini con sigari cubani nel taschino e ghirlande al collo. È il suo mondo. Un mondo che gli porta una montagna di soldi che [Alex] De Nogal mette a disposizione dei chavisti. (Guido Olimpio, Corriere della sera, 16 gennaio 2008, p. 16, Cronache).
Derivato dal nome proprio (Hugo) Chávez con l’aggiunta del suffisso -ista.
V. anche antichavista.