champenois
‹šãpënu̯à› agg. e s. m. (f. champenoise ‹šãpënu̯àa∫›), fr. – 1. Della Champagne, regione geografica e storica della Francia nord-orient., nota in tutto il mondo per i vini spumanti che da essa prendono il nome (v. champagne); abitante, originario o nativo della Champagne. 2. In partic.: a. Metodo champenois (in francese femm.: méthode champenoise), il metodo classico di fermentazione naturale in bottiglia dello champagne, utilizzato anche per la produzione di altri vini spumanti: dopo la svinatura e la prima fermentazione, il vino viene messo in bottiglie (che sono sistemate orizzontalmente e girate con frequenza) dove fermenta ancora, forma la schiuma e deposita, rimanendo in cantina per un tempo che va da uno a tre o quattr’anni; le bottiglie sono quindi collocate verticalmente col collo all’ingiù perché la fondata si accumuli sotto il tappo; al tempo opportuno, si procede allo sboccamento (dégorgement), attuato sciogliendo, bottiglia per bottiglia, il filo che lega il turacciolo, così che questo sia proiettato con tutta la fondata, e ritappando immediatamente la bottiglia. A questo punto di lavorazione, lo champagne è detto brut; gli altri tipi (extra sec, sec, demi sec e dolce) si ottengono mediante aggiunta di quantità varie di sciroppo (operazione detta dosage). b. Al femm., champenoise, la tipica bottiglia usata per lo champagne e per i vini spumanti in genere.